Archeologia e paesaggio: la scuola alla scoperta del patrimonio dei territori

Gli studenti delle seconde B e C dell'Istituto Comprensivo "Corrado Alvaro" di Melito Porto Salvo raccontano il loro incontro con l'archeologia sul campo nel recente seminario promosso dal progetto Palea Jenea 

Studenti delle seconde classi B e C Istituto Corrado Alvaro




Nell’ Aula Magna dell’Istituto Comprensivo "Corrado Alvaro", si è svolto il quarto incontro del progetto Palèa Jenèa-Orme nella storia, dal titolo "Archeologia e paesaggio". 

Il seminario, tenuto dall'archeologo Riccardo Consoli, dottore di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali con indirizzo archeologico, ha destato in noi studenti particolare interesse e curiosità perché ci ha aiutati a scoprire elementi della nostra storia e delle nostre origini da una prospettiva forse un po' lontana dai testi che leggiamo tra i banchi di scuola.

Leitmotiv della sua lezione è stato il rapporto tra uomo e paesaggio e, nello specifico, l’evoluzione dello stesso attraverso le varie dominazioni che si sono succedute in questi territori nel corso delle diverse epoche storiche.

Ci ha spiegato che il termine archeologia deriva dal greco ἀρχαῖος, "antico", e λόγος, "discorso" o "studio". Questa scienza inizia dallo studio dell'homo sapiens perché fu il primo a realizzare oggetti e a raccontare storie attorno al fuoco, così da produrre fonti orali e manufatti che ne testimoniamo le abitudini.

L'archeologo studia le tracce che l'uomo ha lasciato nel tempo. La città di Pompei, che ne costituisce un esempio, è stata una scoperta archeologica molto importante. Le sue necropoli raccontano molto del suo popolo e delle sue usanze, così abbiamo molto appreso del periodo greco-romano.



Il paese di
Melito di Porto Salvo nasce come cittadina greca. In epoca romana prende il nome di "Decastadium" perché distava due chilometri dalla strada principale ovvero Reggio Calabria. Era importante perché aveva un approdo sul mare ed era presente un porto, da cui la denominazione  di  Porto Salvo per i marinari di passaggio, inoltre da questo tratto si apriva la strada di collegamento verso l'Aspromonte.

Successivamente, visto che le coste non erano sicure, gli abitanti si traferirono a PentidattiloCon la caduta della Melito romana, inizia la storia di Pentidattilo. Verranno costruiti un castello e tante chiese.

Si tornerà a popolare le coste quando ci saranno meno attacchi dal mare, dopo la battaglia di Lepanto. Nasceranno così i feudi di Pentidattilo alle marine. Infatti, sono visibili fino a Saline Joniche resti di tre ville signorili e costruzioni di casa coloniche, abitate fino all'Ottocento. Dal 1900 in poi il centro di Melito diventa sempre più grande. 




In generale, il nostro territorio è ricco di testimonianze archeologiche: a San Luca sono state ritrovate necropoli; a Gioia Tauro e Casignana sono presenti ville di epoca romana con mosaici; presso Amendolea e Musa sono presenti i resti di antiche torri di avvistamento.

Come afferma Flaminia Cruciani in Lezioni di immortalità, “Cosa resta nella terra quando il tempo ha setacciato la vita? Restano i frammenti, le macerie. Se l’antico sopravvive attraverso le rovine, che sono l’opera d’arte della natura, e attraverso i reperti, l’archeologia forse è il momento supremo, il kairos, dell’immortalità”.

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